giovedì 27 dicembre 2012

ALIMENTAZIONE PER UNA VITA SOSTENIBILE E FUTURA

In rete sono stata invitata  a partecipare attivamente alla divulgazione di uno dei principali problemi del nostro pianeta: l’ALIMENTAZIONE. 

Nei Paesi industrializzati l’inquinamento, i cibi raffinati, quelli conservati e l’abuso di prodotti animali, incidono sulla salute di un sempre maggior numero di persone. Nei Paesi in via di sviluppo la malnutrizione resta ancora uno dei maggiori handicap. In tutti i Paesi si mangia male, si dissipano le naturali risorse del nostro pianeta e si provocano inconsapevolmente malattie fisiche e psichiche. 

Dalla prima metà del secolo la medicina ufficiale non ha sufficientemente rivalutato l’alimentazione quale fattore influenzante la salute dell’individuo; questo fatto ha lasciato ampio spazio all’industria che, senza che ce ne rendessimo conto, ha esercitato un controllo sempre maggiore sulle scelte dei consumatori, riuscendo così a modificare non solo le proprie abitudini alimentari, ma anche la stessa struttura chimica di alcuni alimenti. 

Se sul piano economico i vantaggi sono stati decisamente innegabili, ne è conseguito un deterioramento dello stato della salute collettiva che ha visto un aumento delle malattie degenerative, immunologiche e cardiovascolari colpire soggetti sempre più giovani. 

Nel frattempo l’uomo si è discostato sempre di più dal ritmo naturale e ciclico delle stagioni, ha perso il contatto con la natura che scandiva il flusso vitale degli esseri umani e quindi, non osservando e rispettando più le leggi della natura, l’uomo ha perso molto della sua originalità. 

Nei Paesi industrializzati le abitudini alimentari sono notevolmente cambiate per l’influenza di molteplici fattori: stile di vita, tecniche agroalimentari, pubblicità, tendenze diverse. 

Solo negli ultimi anni si è riscontrato un maggior interesse nei confronti della problematica dell’alimentazione ed anche la medicina ufficiale sembra avere una sorta di curiosità in merito ad essa. 

Ultimamente, poi, non c’è un giornale che non parli di diete e di prevenzione facendo riferimento alle varie discipline alimentari: macrobiotica, vegetariana, eubiotica, vegan, crudista, igienista, ecc.. Ognuno di essi porta il proprio modello come quello più adatto a risolvere i problemi di salute. 

Esistono, senza ombra di dubbio, diversi modi di nutrirsi adeguatamente, nel rispetto delle singole abitudini culturali e regionali, ma l’importante è offrire una conoscenza alimentare perché ognuno possa acquisire una propria personale consapevolezza del cibo in relazione con se stesso. 

Il primo passo verso una effettiva prevenzione e guarigione è la consapevolezza di sé nello scoprire anche il funzionamento dell’organismo. 

Dalla consapevolezza deriva il senso di responsabilità. Molto spesso siamo noi la causa delle nostre malattie e possiamo essere attivamente consapevoli della nostra guarigione. 

Nel campo dell'alimentazione è necessario che ciascuno acquisisca una propria cultura della salute per poter scegliere tra le varie informazioni e sollecitazioni che vengono proposte da più parti e in modo qualche volta contrastante. 

Libero arbitrio individuale, anche nell’alimentazione, purché supportato dalla consapevolezza. Solo usufruendo di uno stato di salute ottimale si è in grado di fare delle scelte risolutive di crescita personale. 

Voler cambiare il mondo e gli altri è illusorio se prima non inizia un serio cambiamento di se stessi. 


Incominciare ad alimentarsi in modo cosciente vuol dire, come afferma anche la ricercatrice Kousmine, iniziare a cambiare e dimostrare di voler essere responsabili della propria salute, tale responsabilità diventerà poi familiare: insegnare ai propri figli come nutrirsi in modo sano per difendere la propria salute globale significa anche amarli con coscienza. 

Soltanto in seguito questa responsabilità potrà essere sociale e pubblica consentendo di modificare alcuni dei maggiori aggressori della nostra immunità, quali: erbicidi, conservanti, coloranti, elementi tossici disparati. 

Errori alimentari 

C'è l'interesse per il cibo, c'è la voglia di sapere e di capire ma quello che manca è l'approccio corretto nei riguardi dei singoli fatti e delle singole azioni; prendere coscienza di tutti gli errori che sono stati fatti e che si fanno, uscire dal particolare e guardare al globale. Solo in questa maniera si vedrà con chiarezza la soluzione del problema e si capirà l'urgenza e l'inevitabilità di un cambiamento nel modo di mangiare e di vivere. 

Occorre allora riflettere e fare una autocritica per scoprire gli errori che si sono fatti e che si stanno facendo. Vediamo quali sono gli errori che possono causare un'alimentazione dannosa e squilibrata. 

Dieta ipercalorica 

Significa dieta esageratamente ricca con consumo di carne e prodotti animali, grassi animali, zucchero e alcoolici. 

Oggi si consumano circa il 70-75% delle proteine animali mentre il secolo scorso la proporzione era inferiore al 20%. 

L’eccesso di proteine è fonte di notevole stress per l’essere umano perché tende ad acidificare troppo l’organismo producendo una quantità di acidi forti: acido solforico, acido nitrico e cloridrico che devono essere neutralizzati ed eliminati attraverso la sottrazione dal corpo di importanti sali minerali. 

Inoltre il calore dilata i corpi, li distrugge e una alimentazione ipercalorica può favorire l’insorgere di obesità, stitichezza, diabete, varici, infarto ecc. 

Consumo eccessivo di alimenti raffinati o sintetici 

Grano, riso, sale, zucchero cioè la maggior parte dei cibi che passano attraverso le industrie alimentari, sono raffinati e snaturati con conseguente impoverimento dei vari fattori vitali come la crusca, il germe dei cereali o gli oligoelementi del sale marino. 

La conseguenza è la perdita di sostanze vitali come le fibre grasse e vitamine nonché il calo energetico del cibo. 

Non ci rendiamo conto ma sulla nostra tavola compaiono sempre di più alimenti sintetici, artificiali essenzialmente devitalizzati: prodotti sottoposti a processi tecnologici come la conservazione, sterilizzazione, irradiazione, raffinazione, surgelazione, processi che prevedono l'impiego di un gran numero di additivi chimici come coloranti, insaporenti, antiossidanti, antifermentativi, conservanti, vernici, emulsionanti, spray nocivi, acidificanti, deodoranti, agenti essicanti, addensanti, disinfettanti, defolianti, neutralizzanti agenti antigluttinanti e antischiuma, salatori idrogenatori. 

Queste sono le tecniche e gli strumenti del tecnico dell'alimentazione; queste sostanze chimiche distruggono vitamine, minerali, enzimi e qualità vitali. 

La verdura, molto spesso, è spruzzata con bisolfito di potassio per evitare che avvizzisca troppo presto. 

Questi cibi ci attraggono per l'odore, il colore, il sapore ma non servono per nutrirci anzi possono causare allergie, asma, coliti, eczemi ecc. 

Danni per lo squilibrio e la carenza di sinergia tra calorie e fattori vitali con ripercussioni negative dal punto di vista digestivo e assimilativo. Lo zucchero raffinato, ad esempio, squilibra il metabolismo perché per la sua assimilazione sono necessarie grandi quantità di vitamina B1 che promuove la crescita, l'appetito, la digestione, che serve per il funzionamento del sistema nervoso dei muscoli e del cuore e che invece viene tolta all'organismo. 

Associazione errata di cibi durante lo stesso pasto 

Si sente ormai da diverso tempo che ci sono associazioni di cibi che non vanno fatte perché molto nocive in quanto responsabili di reciproche interferenze digestive da cui può derivare l'inizio di fermentazioni e putrefazioni a livello intestinale nonché la distruzione della flora batterica intestinale. In pratica per ottenere una digestione ottimale bisognerebbe: 

evitare l’associazione di amidi e carne (paste + carne) 

Gli amidi iniziano la loro digestione in bocca (ptialina) mentre la carne nello stomaco; un'acidità maggiore inattiva la ptialina con conseguente inibizione della digestione degli amidi che, in tal modo, danno luogo a fermentazione. La digestione delle proteine necessita di un ambiente acido, tanto più acido quanto più la proteina è concentrata. 

evitare l’associazione di frutta, zuccheri e dolciumi 

L’associazione è errata sia con amidi che con proteine: pasta e arance, carne e torta di frutta. 

La frutta è costituita quasi interamente da acqua fino al 90% e per il resto da sostanze zuccherine semplici oltre che a vitamine, sali minerali e talvolta piccole quantità di grassi e proteine. La frutta non necessita di digestione gastrica, passa rapidamente nell'intestino, sede della sua digestione, se mangiata da sola, mentre se associata al altri cibi (proteine ed amidi) viene intrappolata e vi rimane per un tempo lunghissimo fermentando. Lo zucchero e la frutta pregiudicano la digestione degli amidi e delle proteine inibendo il succo gastrico e riattivando la pepsina (specialmente la frutta acida: agrumi, ananas, fragole, kiwi, pomodori, melograni). 

evitare l’associazione di cibi e bevande acide 

Errato sia con proteine che con amidi (aceto, succhi di frutta, condimenti acidi, pomodoro ecc.). 

La ptialina viene inattivata dagli acidi se viene mescolata agli amidi, viene, cioè, saltata la tappa digestiva che inizia in bocca e tutto il lavoro digestivo graverà sull'amilasi pancreatica dando origine a fermentazioni acide che favoriscono l'acidificazione del sangue. 

evitare l’associazione tra proteine e grassi animali 

Ad esempio: carne + burro, pane e carne, fritti e carne. 

I grassi rallentano la secrezione gastrica e inibiscono la digestione delle proteine. Meno dannosa è l'associazione dei grassi e dei cereali (pane e burro, pasta e burro). 

Questi errati accostamenti sono nocivi perché danno luogo a produzione di sostanze tossiche (fenolo, NH3, acido lattico ecc.) che diminuiscono l'energia vitale e i mezzi di difesa dell'organismo. 

evitare l’associazione dei prodotti oleosi con i dolci 

La frutta oleosa con quella dolce e gli oli mescolandosi con gli zuccheri producono fermentazioni alcoliche sovraccaricando il sangue di impurità. 

evitare l’associazione di proteine diverse 

Non è sempre consigliabile perché facilita un eccessivo apporto proteico inoltre questi cibi hanno differenti esigenze digestive quindi interferiscono a vicenda. 

evitare l’associazione tra il latte ed altri alimenti 

Il latte, una volta nello stomaco, coagula per azione di un enzima detto caglio. Se lo si ingerisce con altri alimenti, questi rimangono avvolti dai grumi di latte che ne impediscono la digestione finché essi stessi sono stati dissolti dai processi digestivi. 

Per riassumere, tutte le cattive combinazioni danno putrefazione, fermentazioni alcoliche con conseguente distruzione della flora batterica, indebolimento organico e denutrizione. 

La stanchezza che proviamo dopo i pasti e la facilità con cui ci ammaliamo di affezioni batteriche possono essere le conseguenze di questi errori della nostra dieta. 

Mangiare troppo 

Il consumo eccessivo di cibo è dovuto più che altro ad un atteggiamento mentale che associa la quantità di cibo al benessere e alla salute. In questa maniera non si mangia per fame, ma per dovere, per abitudine o per migliorare socialmente. Si mangia troppo per compensare le contrarietà dell'esistenza e si sacrifica alla tavola denaro, salute e molto di più. 

Mangiando troppo, spesso, non si lascia agli organi il tempo necessario per riposarsi e disintossicarsi, molto spesso ci si alza dalla tavola con lo stomaco troppo pieno e a volte ci si risiede quando non è ancora stato digerito il pranzo precedente. 

Tutto ciò comporta un affaticamento dell'organismo causato dalla sovrabbondanza di cibo che esso deve assimilare e un accumulo di eccessi (rifiuti e tossine) che non possono essere né trasformati né eliminati e che a lungo andare sono fonte di malattie diverse. Se si cominciasse ad osservarsi ci si accorgerebbe che, con il passare degli anni, avviene una riduzione normale degli organi interni e quindi si capirebbe che è più salutare ridurre la razione alimentare e cercare l'equilibrio con il proprio sistema biologico. 

Mangiare male e in fretta 

Oggi non si pensa a ciò che si mangia. Invece è importante conoscere gli elementi di base. Se il cibo è troppo ricco da un punto di vista quantitativo non detto che lo sia anche da un punto di vista qualitativo. 

Preso dal ritmo accelerato e scellerato della vita moderna l'uomo mangia troppo in fretta. Non troviamo il tempo di masticare il cibo, mangiamo febbrilmente, con l'animo pieno di preoccupazioni individuali e professionali, discutiamo di cose pesanti, assistiamo a scene scabrose mangiando di fronte al televisore acceso, abbiamo la mente piena di pensieri in modo tale che ci avveleniamo invece di nutrirci. 

In questi ultimi decenni le abitudini alimentari hanno subìto profonde trasformazioni a causa di molti fattori: 

1 - il tempo disponibile sempre più ridotto per la preparazione dei cibi da parte della donna che lavora; 

2 - l'esigenza sempre più estesa di consumare i cibi fuori casa; 

3 - la presenza sempre più incombente di cibi preparati dalla tecnologia industriale; 

4 - il dilagare dell'offerta dei fast food a livello di una ristorazione collettiva e pubblica. 

Ma su tutto ha sovrastato la spinta consumistica che ha indotto la gente a mangiare troppo e ricco, stravolgendo tutti i rapporti nella composizione del pasto tra "pane e companatico". 

Fu così che nei decenni del dopoguerra andò in disuso il pasto a base di cereali e legumi privilegiando quelli fondati su prodotti animali ai quali il consumismo scientifico affermò il primato rispetto ai prodotti vegetali. 

Guarda caso, contemporaneamente a questo mutare delle abitudini alimentari aumentò l'insorgenza delle malattie della civilizzazione (sovrappeso, malattie vascolari, metaboliche, ecc.) 

La ricerca scientifica epidemiologica nordamericana dimostrò la stretta correlazione tra queste patologie e il consumismo alimentare e riscoprì la validità dell'alimentazione "povera" della nostra tradizione cioè la dieta "italian style" degli anni '50, ribattezzata poi come "dieta mediterranea". 

Per avere una alimentazione sana non si deve aspettare l'insorgere di una malattia o di disturbi come il sovrappeso, l'aumento della pressione, del colesterolo, dell'acido urico. 

Si dovrebbe iniziare fin dall'allattamento al seno e dallo svezzamento per far acquisire al bambino sane abitudini alimentari. Mentre sono molto più difficili da acquisire da parte dell'uomo adulto, ancorato alle proprie abitudini, alle sue sicurezze: il cambiamento comporta rischi, mentre la conformità è sicurezza. 

Cattivo modo di cucinare 

Gli errori più diffusi sono: 

- abuso di fritture:è un errore poiché gli oli che si usano si saturano e si alterano facilmente ed inoltre nel fritto si verifica un alto assorbimento dei grassi fa parte del cibo; 

- abuso dei grassi nella preparazione dei piatti: la pasta, la carne, le verdure sono sovente condite con tanto olio o burro per insaporirle maggiormente; i dolci, ad esempio i croissant) contengono più grassi che farina e zucchero; 

- abuso di zucchero nei dolci: ciò va a scapito del sapore del cibo e della nostra salute, si altera notevolmente il gusto dolce naturale e si crea dipendenza da questo sapore; 

- cottura prolungata delle verdure: si cuociono le verdure in molta acqua e per molto tempo; questa pratica distrugge le vitamine e riduce i sali minerali del 50 %, tutto finisce nell’acqua; 

- uso sconsiderato di forni, fornetti, piastre elettriche e forni a microonde: questo modo di cuocere il cibo produce energia fredda, non c’è calore diretto, non si ottiene la stessa trasformazione che si ottiene col fuoco vivo. In particolare, per quanto riguarda il forno a microonde, si deve considerare il fatto che la cellule dei cibi subiscono un bombardamento di ultrasuoni che modificano lo stato cellulare originale dei cibi e, per la legge delle corrispondenze, analogamente avviene nell’organismo umano; 

- uso di cibi industriali precotti e cibi riscaldati: i cibi che subiscono questi trattamenti perdono gran parte delle loro proprietà e qualità energetiche 

- uso di pentole antiaderenti o di teflon: questi tipi di pentole, a lungo andare, rilasciano sostanze tossiche che vengono assorbite dai cibi. 

Funzionamento dell’organismo umano 

Alimentarsi significa assumere alimenti cioè quelle sostanze che servono all’organismo per funzionare. Poiché lo scopo è quello di funzionare bene per armonizzarsi con l'intero universo,è importante alimentarsi nel migliore dei modi. Per far ciò occorre saper scegliere tra l'enorme massa di alimenti che offre il mercato. 

Innanzitutto vale la pena scegliere tra ciò che offre la natura e non tra ciò che offre l'industria alimentare e chimica. 

I cibi alimentari sono sostanze che l'uomo utilizza per formare nuove cellule per accrescere e mantenersi in vita e per aver energie sufficienti ad effettuare tutti i processi vitali. Quindi si parla di energia che deve venire dal cibo e quindi è opportuno ingerire cibo ricco di energia e meno tossico possibile. 

Si diventa quello che si odora, si tocca, si vede, si sente, si mangia. Ci si trasforma attraverso ciò che si prova con le emozioni. 

Ci si nutre di aria, acqua, dei prodotti della terra e del contatto con tutto ciò che ci circonda. Più si è in rapporto diretto con la natura e si mangiamo alimenti ricchi di sostanze vive, più il corpo diventa forte, bello, agile, più la vita affettiva si libera dalle emozioni che imprigionano (paure, giudizi, ire, frustrazioni), più la mente si libera dalle sue limitazioni, più la vita spirituale, che è in ciascun essere umano, può rifiorire. 

L'equilibrio della fisiologia e della salute fisica dipende da tre funzioni: l'apporto nutritivo, il metabolismo e l'eliminazione. 

Se si paragona il corpo ad una stufa a carbone o a legna, l'apporto nutritivo è il combustibile, il metabolismo è la combustione, l'eliminazione è l'espulsione dei residui. Troppi alimenti, pochi alimenti inadeguati, un "cattivo tiraggio" a causa del rallentamento del metabolismo, un'eliminazione insufficiente ed ecco che ristagnano nel corpo parte dei rifiuti che avrebbero dovuto essere eliminati: cioè le tossine. 

La loro presenza provoca dei sintomi (sensazioni sgradevoli) che hanno il compito di avvertire l’essere umano di questo squilibrio. Se si "fa orecchio da mercante" a questi segnali d'allarme, le capacità di eliminazione degli organi emuntori (fegato, reni, intestino, pelle, polmoni) si saturano presto e compaiono dei sintomi generali di intossicazione: 

- sintomi mentali: mente confusa, ideazione lenta, memoria difettosa, indecisione, frastornamento. 

- sintomi emozionali: sensazione di stanchezza, depressione, mancanza di vitalità, mancanza di vivacità, cattivo umore, ansietà, ecc. 

- sintomi fisici: occhi arrossati, palpebre gonfie, naso chiuso, dolori al cuoio capelluto, mal di testa, pesantezza, dolori alle articolazioni, ecc. 

Tutti questi sintomi corrispondono ad un sovraccarico dei meccanismi di eliminazione del corpo e all'inizio di un'intossicazione generale. Possono essere particolarmente forti al risveglio (le funzioni di eliminazione avvengono prevalentemente ed al massimo della funzionalità tra le ore 5 e le ore 10 del mattino). Scompaiono nel momento in cui si consumano degli alimenti e degli stimolanti (caffè, tea, cioccolato sigarette, zucchero) che inibiscono il lavoro degli organi emuntori. Si avverte allora un maggior benessere immediato ma a prezzo di un aggravamento dell'intossicazione. 

Quando l'intossicazione si aggrava possono sopraggiungere malattie acute che in seguito possono diventare croniche. Il recupero della salute è in realtà semplice, è sufficiente: 

- favorire l'eliminazione aiutando l'organismo a disintossicarsi; 

- stimolare la combustione con l'esercizio fisico e le tecniche per rimettersi in forma; 

- riequilibrare l'apporto nutritivo in quantità e in qualità imparando a nutrirsi in modo sano. 

Gli effetti dei diversi alimenti 

Ma che cosa vuol dire nutrirsi in modo sano ed equilibrato? E quali sono i cibi da evitare e quelli da considerare come ottimali per la salute? 

Gli alimenti considerati dannosi da tutte le discipline sono principalmente il sale, lo zucchero, le sostanze eccitanti, l'alcool e in parte le proteine animali. 

Zucchero 

L'eccessivo consumo di zucchero, insieme a quello di grassi animali è considerato un fattore di rischio per il sovrappeso, l'arteriosclerosi, il diabete, la carie. 

Si dice che lo zucchero faccia bene al cervello! Infatti l'attività del sistema nervoso, dei muscoli e del cuore dipende dal glucosio veicolato dal sangue. Quindi l'assunzione di zucchero è certamente opportuna pur evitando gli eccessi che possono essere causa di sovrappeso, arteriosclerosi e diabete. 

E’ vero che il carburante del cervello è 'il glucosio che è uno zucchero, ma deve provenire da fonti che non danneggiano la biochimica cellulare e che quindi non provochi effetti nocivi all'organismo. 

Tutti i nutrizionisti sono infatti d'accordo nel raccomandare che l'alimentazione sia rappresentata dal 60%-70% di glucidi privilegiando però quelli complessi, cioè gli amidi, di cereali e di legumi che forniscono al nostro organismo energia a medio e lungo termine e riducendo invece gli zuccheri semplici e cioè il glucosio, il fruttosio, il saccarosio. 

Tra questi è comunque da eliminare totalmente lo zucchero bianco. Lo zucchero bianco è un'energia vuota, è un prodotto chimico, è una sostanza devitalizzata, antinaturale e antifisiologica. Ogni cucchiaino di zucchero provoca un'aggressione all'organismo, una microulcera allo stomaco, un afflusso repentino di glucosio nel fegato. 

Lo zucchero presente nel regno vegetale, quale sostanza alimentare plastica,è un elemento fondamentale per la vita. Lo troviamo in misura del 14% nella canna da zucchero, dal 17% al 20% nella barbabietola unitamente a clorofilla e minerali. In tale concentrazione è ancora un prodotto naturale, vivo. 

Negli zuccherifici viene sottoposto però ad un lungo e complicato processo industriale, il sugo viene riscaldato con latte di calce e da ciò risulta anzitutto una perdita di sali di calcio e delle sostanze proteiche. 

Con la reazione alcalina quasi tutte le vitamine vengono distrutte. Nel corso di ulteriori lavorazioni viene a contatto con ossido di calcio, acido carbonico, anidride solforosa, carbonato sodico. La massa è quindi sottoposta a ripetute cotture, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione. La melassa viene poi ancora dezuccherata con l'aiuto di idrossido di stronzio. Il prodotto già così senza vita passa alla raffineria. Qui viene purificato con carbonato acido di calcio, reso bianco con l'acido solforoso. Il risultato finale di questo processo raffinato e complicato è una sostanza chimica chiamata SACCAROSIO, smerciato nei negozi come zucchero cristallino in polvere e a quadretti. Tutte le sostanze vitali sono state distrutte e inoltre è 'il solo alimento che non contiene acqua. Allora, quando si ingerisce una sostanza simile nel corpo, si scatenano reazioni impensabili: innanzitutto si alza repentinamente la glicemia perché lo zucchero viene assorbito molto rapidamente dall'intestino tenue, l'iperglicemia dà uno stato di eccitazione psichica e fisica, poi però comporta una reazione di ipoglicemia accompagnata da depressione mentale, da stanchezza fisica (spossatezza del mattino o del pomeriggio) e provoca un desiderio di stimolanti, che a loro volta daranno di nuovo un'iperglicemia che sarà seguita da un'ipoglicemia. Queste alternanze nel tasso di zucchero nel sangue deteriorano i meccanismi regolatori del metabolismo ed esauriscono il sistema nervoso provocando stanchezza, irritabilità ed indebolimento generale. 

Uno scienziato nutrizionista, Jeffrey Bland, ha coniato un termine per indicare lo stato apparente di non malattia perché le persone non stanno a letto: MALATI VERTICALI che con il tempo diventeranno MALATI ORIZZONTALI. 

Lo zucchero si combina facilmente con il calcio. Per neutralizzare lo zucchero l'organismo mette in moto le proprie riserve di calcio a scapito delle ossa e dei denti che diventano sempre più fragili. Distrugge quindi, al pari della farina bianca, ossa e denti dall'interno verso l'esterno. 

Lo zucchero ha bisogno per le sue trasformazioni delle vitamine del gruppo B soprattutto della vitamina B1 (determinante per il sistema nervoso), se essa viene a mancare abbiamo disturbi del sistema nervoso, irascibilità, depressione. I cereali sono i massimi dispensatori di vitamina B1. 

Inoltre gli alimenti ad elevato tenore minerale stimolano la peristalsi intestinale poiché, questi, mancano completamente nello zucchero raffinato; questo alimento morto, a lungo termine, paralizza il movimento spontaneo dell'intestino. 

Quanto più zucchero l'uomo ingerisce tanto più pigro diventa l'intestino e alla pigrizia intestinale è imputabile un'infinità di malattie. Inoltre si comporta come una tossicomania e comporta tutti i rischi delle droghe: tolleranza, assuefazione, crisi di astinenza, neutralizza l'immunità naturale e favorisce la proliferazione dei batteri nocivi: 

a) intorno ai denti, come abbiamo detto, provoca le placche dentarie che sono all'origine della carie; 

b) nel tubo digerente turba l'equilibrio della flora intestinale e scatena una flora batterica fermentativa (ciò si verifica anche per un eccessivo consumo di frutta o di vino); 

c) nelle parti del corpo che hanno minore resistenza danno luogo a molteplici infezioni (otiti, sinusiti, cistiti). 

Non si vede per quale motivo ci si debba servire di tale sostanza se essa provoca tanti danni nell'organismo. Si può sostituire con zuccheri naturali che si trovano nelle cellule dei vegetali, negli amidi dei cereali e nelle verdure dolci.

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